Abbiamo selezionato alcuni posti insoliti per accompagnarvi in una Venezia segreta e poco conosciuta, ma immancabilmente affascinante.
Le visite presso il palazzo vanno dal giovedì alla domenica. Il percorso espositivo fa scoprire la storia dell’edificio e delle famiglie che l’hanno abitato. Presenta inoltre opere d’arte, collezioni iniziate proprio dalla famiglia Grimani. Si potranno ammirare sia opere antiche (arazzi, dipinti, arredi ed altri oggetti) che contemporanee tra cui quelle appartenenti al pittore Yvan Salomone e fotografie dell’artista Patrick Tourneboeuf oltre al progetto fotografico dell’artista fotografico Ugo Carmeni.
La rassegna ripercorre l’intera produzione del fotoreporter, dagli esordi della sua collaborazione con la rivista Epoca fino agli ultimi lavori. Attraverso dieci sezioni, si passa dal racconto dei grandi eventi storici, ai viaggi esotici, ai ritratti di personaggi famosi e potenti, a scene di vita quotidiana, volti anonimi, sfociando poi nel concettuale e nell’astratto.
Gli itinerari segreti sono accessibili solo con una guida e solo su prenotazione.
4) L’Isola di San Lazzaro degli Armeni completamente occupata da un monastero. La comunità armena custodisce un impressionante patrimonio culturale e una serie di opere artistiche di enorme valore. Tra le meraviglie anche le tele del Tiepolo, una scultura di Canova, una singolare mummia egiziana e il colorato roseto dove i monaci raccolgono i petali dei fiori per produrre la profumata marmellata a base di rose.
5) San Pantalon: la facciata incompiuta della chiesa potrebbe trarre in inganno e non invogliare ad entrare. Ma valicato l’ingresso troverete un’opera spettacolare: 443 metri quadrati di soffitto coperti da quello che sembra un affresco ma in realtà sono 40 tele unite che rappresentano per l’appunto il martirio di San Pantalon.
6) Labirinto di Borges uno dei luoghi più incantevoli d’Italia che adesso è ufficialmente aperto al pubblico. Situato sull’Isola di San Giorgio, il labirinto è un vero incanto di recente costruzione. Nasce come omaggio all’opera di Borges “Il giardino dei sentieri che si biforcano” il cui tema è il tempo e il cui senso ultimo viene svelato soltanto alla fine.