Si deve sapere che la Venezia contemporanea, così come si presenta oggi ai nostri occhi è molto diversa a quella passata; per quanto possa sembrare strano, non c’erano i ponti. Gli abitanti erano soliti spostarsi attraverso le 121 isolette con le proprie imbarcazioni o con i traghetti dell’epoca.
Il progresso tecnologico, l’aumento della popolazione, il rigoglioso fiorire della città dovuto all’aumentare dei flussi commerciali hanno reso necessario la costruzione di passaggi carrabili che collegassero le diverse zone.
438 ponti di cui, 300 sono in pietra, 60 in ferro e i restanti in legno, si ha testimonianza dei primi ponti in pietra dal 1170.
-Il Ponte di Rialto – è il primo ponte per il Canal Grande, la realizzazione risale alla fine del XII secolo, si trattava di un ponte fatto di barche unite da asse di legno chiamato il Ponte della Moneta, in memoria del pedaggio che si pagava attraversando con il traghetto; rimase così fino al 1444 quando crollò, ricostruito per assistere a un nuovo crollo parziale nel 1523, presentarono molti progetti per il ponte, dal 1588 fino al 1591 lo rifecero totalmente in pietra, dando vita ad uno dei ponti più famosi del mondo.
-Il Ponte della Paglia – Per i più appassionati di fotografia, offre la miglior visuale del ponte dei sospiri e la miglior vista dei tramonti di Venezia, il sole scende dietro la Basilica della Salute e rimane sempre una visuale mozzafiato.
Il ponte attraversa il Rio di Palazzo ed è chiamato così perché nelle vicinanze erano solite ormeggiare le barche che trasportano la paglia.
-Il Ponte dei Sospiri e la sua leggenda – Tra il palazzo Ducale e le Prigioni nuove sorge uno dei ponti più ricchi di fascino di Venezia. Costruito con pietra distra in stile barocco, il Ponte dei Sospiri è una struttura pensile interamente chiusa, progettata per evitare ai condannati che venivano trasferiti nelle prigioni qualunque via di fuga.
La legenda narra che proprio ai lamenti e ai sospiri dei detenuti che lo percorrevano sia legato il nome del ponte e che sia stato il poeta inglese Lord Byron ad attribuirglielo.
-Il Ponte dell’Accademia – Trentasette giorni, feste natalizie comprese, fu il tempo necessario nel 1933 alla costruzione del muovo ponte sul Canal Grande che nasceva dalle ceneri del vecchio ponte della Carità, secondo il progetto il ponte era provvisorio per la particolarità della manutenzione delle assi in legno e metallo che poteva essere fatta senza interrompere la viabilità sia sopra che sotto, geniale!
Ad oggi, ristrutturato nel 2018, sembra non calzare più il detto “provvisorio come il ponte dell’Accademia”
-Il ponte degli Scalzi – nel 1846 l’inaugurazione della stazione ferroviaria di Santa Lucia rese necessaria la costruzione di un collegamento con l’altra sponda del Canal Grande per velocizzare gli spostamenti cittadini.
La prima versione in ghisa non resse a lungo l’usura del tempo e negli anni trenta venne ricostruito in pietra d’Istria.
-Il Ponte dei Tre Archi – Il ponte di San Giobbe, realizzato agli inizi del XVI secolo, poi rimodernato alla fine del secolo scorso è rinominato dei Tre Archi e attraversa il canale di Canareggio.
La particolarità sono le arcate laterali che fanno da cornice alla più grande arcata centrale dalla quale di gode di una vista privilegiata sul canale e sull’area circostante
-Il Ponte delle Tette – Si, a Venezia esiste un ponte delle Tette.
L’origine del nome risale ai tempi della Repubblica di Venezia quando tutta la zona della Carampane, era un vero e proprio quartiere a luce rosse, dove l’offerta, le prostitute, mettevano in bella mostra il loro seno, la loro mercanzia dai balconi a favore della domanda, i clienti, che passeggiando sul ponte e per le strade circostanti, facevan poi le proprie scelte.
Venezia è tutta da scoprire!